Per chi come me ha avuto l’immensurabile fortuna di poter visitare per ben due volte e in due stagioni differenti la Cappadocia, potrà certamente confermare che stiamo disquisendo di uno dei luoghi più magici della terra. Territorio pregno di storia dove la natura ha calcato la mano, nel realizzare vere e proprie opere d’arte scalfite nella pietra.
Facente parte dei Patrimoni dell’Unesco, questa zona è formata prevalentemente da tufo calcareo, abbastanza malleabile da rendere possibile i numerosi scavi al cui interno sono custodite le abitazioni tipiche e moltissime chiese rupestri. Arriviamo a Nevşehir in una fredda giornata di dicembre e complice un pizzico di fortuna, troviamo la zona completamente innevata. Fruire della vista di Göreme, dei suoi cosidetti “camini delle fate” spolverati sul cappello dalla neve è certamente uno degli spettacoli più belli di cui si può godere in una vita intera.
Il freddo pungente non ci ha impedito di prendere un taxi per poter raggiungere i vari siti da cui scorgere il panorama, come ad esempio la valle di Göreme, un rigoglioso parco naturale. Quando andai la prima volta nel 2013, complice un viaggio organizzato ho visitato nel dettaglio moltissime attrazioni fra cui la città sotterranea di Kaymaklı, angusto dedalo di vie sotto il livello terrestre pensato per proteggere la popolazione dai conquistatori.
Il bello della Cappadocia è il poterla visitare su strada, fermandosi con la macchina sul ciglio della carreggiata da cui si scorgono paesaggi mozzafiato e con buona sorte, queste meravigliose lande possono essere adornate da centinaia di mongolfiere che colorano l’interezza della scena. Meta immancabile qualora cerchiate qualcosa di davvero inedito, qualcosa di inimitabile, che solo la forza del tempo e della natura possa creare.