Con quali si viaggia più facilmente?
Chiunque abbia seguito il mio viaggio in Israele a dicembre 2019, sa quanto sia stata difficoltosa per me l’uscita aeroportuale dal paese. Un impegnativo colloquio con conseguente perquisizione fisica piuttosto brutale, mi ha portata a pormi un quesito.
Quali sono al mondo i passaporti con cui si può visitare il maggior numero di paesi stranieri?
Al primo posto troviamo un moderno e all’avanguardia Giappone, una conferma leggermente scontata. Ben 191 paesi visitabili su 227 destinazioni differenti.
Ma dove si posiziona l’Italia in questa bislacca classifica?!
Al quarto posto, a pari merito con altri paesi europei. Ben 188 sono i paesi visitabili con un passaporto italiano, quindi un numero leggermente più basso rispetto alla capolista.
I paesi che si trovano in cima a questo elenco aggiornato di anno in anno, sono in maggior misura quelli europei, accompagnati da paesi quali la Nuova Zelanda e Singapore.
Tutt’altra storia per gli Stati Uniti che negli ultimi anni è passata dal primo al settimo posto, per la gestione alquanto discutibile della questione pandemica e il governo Trump che ha inasprito rapporti con diverse nazioni prima alleate.
Molti i paesi invece che sono provvisti di passaporti con cui è davvero difficile viaggiare, come lo Yemen, il Nepal e la Siria. Nazioni in cui ci sono ancora conflitti in atto o situazioni politiche poco chiare. A fine classifica si posiziona l’Afghanistan con 26 paesi.
Qui sorge spontanea una riflessione: viaggiare è un privilegio ma soprattutto una conquista sociale, un intreccio di relazioni più o meno malgestite, un reticolo di amicizie e inimicizie coltivate nei secoli.
Differente la questione per i paesi che non sono ancora riconosciuti come stati sovrani.
Il Kosovo è ad oggi l’unico territorio parzialmente riconosciuto in cui ho avuto il piacere di intraprendere un breve viaggio. Il passaporto kosovaro incontra ancora moltissime difficoltà nei valichi di frontiera o presso i consolati stranieri per il rilascio dei visti. Un luogo dove si percepisce nettamente una mancanza di identità, dove si avverte la continua esigenza di discostarsi dalla nemica Serbia e di ravvicinarsi all’alleata Albania.
Innegabile che la neutralità, o in alcuni casi l’omertà o la non presa di posizione dell’Italia in alcuni ambiti e questioni sia d’aiuto per il viaggiatore medio.