Un piccolo territorio incastonato fra la Georgia e la Russia, l’Abcasia lotta dal 1992 per la propria indipendenza dalla Georgia. Un violento genocidio svoltosi nel triennio 1991-1993, ha visto la morte di circa 30’000 georgiani (secondo fonti non ufficiali) per mano dei separatisti abcasi.
Ad oggi, questa repubblica del Caucaso è riconosciuta da alcuni membri ONU come la Russia e il Venezuela e da alcuni stati non membri come la Transnistria e la Repubblica dell’Artsakh. Non esistono voli, né navi per Sukhumi e la maggior parte del sostegno economico di questo piccolo lembo di terra bagnato dal Mar Nero, viene da Mosca dove l’annessione al vecchio gigante sovietico è un fantasma nascosto dietro l’angolo.
Essenzialmente un angolo di Europa abbandonato a sé stesso dal passato travagliato, dove la crescente disoccupazione ha portato ad uno spopolamento radicale e dove in alcune zone si contano piccoli villaggi costituti da una popolazione in numero davvero esiguo.
Si affaccia negli ultimi anni, un timido turismo principalmente russo e georgiano. Poter varcare il confine georgiano richiede molta fatica poichè, non essendo riconosciuta dall’Italia come un paese indipendente, potrebbe risultare particolarmente ostico l’attraversamento della frontiera con un passaporto italiano.
Tralasciando i particolari inerenti le questioni pratiche, un viaggio in Abcasia è certamente indicato a chi ha voglia di vedere ex territori sovietici ancorati al passato, luoghi ove imperversa ancora l’aria di un conflitto davvero recente, dove non c’è mai stata una vera e propria ricostruzione delle infrastrutture e l’abbandono delle aeree rurali è davvero sconcertante.
Sukhumi, la capitale si presenta come l’emblema massimo della decadenza, una bella città sul Mar Nero dove nel settembre del 1992, un sanguinoso conflitto vide perdite umane ingenti ed episodi di una gravità inaudita come l’uccisione di un bimbo di 5 anni, dinnanzi la madre.
Una pulizia etnica estesa in tutto il paese e che oltre alla devastazione dei territori, ha portato con sè moltissime perdite umane. Un territorio tutt’oggi sfigurato nel corpo e nell’anima dove intraprendere un breve soggiorno si configura come un’esperienza davvero singolare e che possa farci immergere nell’immenso mare della cultura.